Nemho: Next Material House
Il bello di essere audaci: come aprire nuove prospettive e avere successo
“Nemho, il nostro nuovo centro di ricerca e sviluppo condiviso, situato a Weert, accanto alla sede principale di Trespa, ha una duplice finalità. Per tutte le aziende che fanno parte del gruppo Broadview, funge da hub tecnologico e di competenza”, spiega André Horbach, CEO di Trespa. “Allo stesso tempo, Nemho è fondamentale per la presentazione dei nostri prodotti e del nostro know-how: l'edificio in sé e i suoi locali sono il simbolo delle ambizioni del gruppo e della nostra ricerca dell’eccellenza”. Pieter Peters, direttore del centro, aggiunge: “L’obiettivo era anche quello di creare un ambiente che attraesse i migliori talenti del settore ingegneristico e scientifico. Per quanto riguarda l’alta tecnologia, nella nostra zona hanno sede alcune aziende rinomate. Di conseguenza era ugualmente importante poter offrire un luogo di lavoro interessante e gratificante, capace di suscitare un senso di orgoglio”.
Un’architettura che contiene un messaggio
Il progetto Nemho (next material house) nasce ovviamente da grandi ambizioni: il suo team multidisciplinare e multinazionale promuove lo sviluppo di nuovi prodotti avanzati e sostenibili all'interno di Broadview Holding. Il gruppo, con le sue cinque società - Arpa, Westag-Getalit, Formica, Homapal e Trespa - e una rete mondiale di filiali, è un attore globale nella sua principale area di competenza: quella dei laminati e dei prodotti derivati.
Nell’ambito della strategia di gruppo, Trespa, che ha sede nella provincia di Limburg, nella parte sud-orientale dei Paesi Bassi, si è specializzata nelle applicazioni basate sull’HPL (High Pressure Laminate). Si tratta di prodotti di rivestimento per facciate ventilate - in particolare i pannelli Trespa® Meteon® e le doghe Pura® NFC by Trespa - nonché di soluzioni per superfici per applicazioni scientifiche della gamma Trespa® TopLab®. Questa gamma di tavoli da lavoro e di rivestimenti per pareti in HPL destinata ai laboratori è apprezzata da università, strutture mediche e centri di ricerca e sviluppo in tutto il mondo.
Pieter Peters commenta: “Inizialmente avevamo previsto un layout simile a quello di un campus. Per considerazioni pratiche abbiamo successivamente optato per un unico edificio. Tuttavia intendevamo conservare l’atmosfera del campus, con la massima trasparenza e una sensazione di ampiezza e di apertura. L’abbondante uso della luce naturale e l’ordine delle linee interne hanno l’obiettivo di favorire interazioni e scambi. Allo stesso tempo, mettiamo a disposizione del team di ricerca e sviluppo attrezzature e strumenti del tutto innovativi e all’avanguardia”.
André Horbach arriva al punto: “Il concetto architettonico doveva rendere evidente a prima vista la nostra focalizzazione sull’innovazione. Per avere la certezza di fare una scelta innovativa, volevamo ovviamente lavorare con uno dei migliori studi di architettura dei Paesi Bassi. La rosa di candidati ne comprendeva tre, ma lo studio Broekbakema di Rotterdam ci ha sorpreso con un concetto davvero unico. Abbiamo sviluppato un eccellente rapporto di collaborazione con il loro direttore, Erik van Eck, e siamo più che soddisfatti del risultato. Quando di recente ho visitato la nuova struttura con i miei colleghi CEO delle altre società del gruppo, ci siamo trovati tutti d’accordo: l’edificio è semplicemente un successo straordinario”.
Una visione radicalmente nuova delle facciate ventilate
D’altra parte le idee dirompenti sono raramente la ricetta per un consenso immediato. Pieter Peters spiega: “In effetti, quando Erik van Eck ci ha sottoposto i primi disegni, non sono piaciuti alla maggior parte delle persone e qualcuno ha trovato le idee veramente stravaganti. I pannelli per facciate hanno tradizionalmente dimensioni piuttosto grandi e il rivestimento è piatto. Nel nostro caso l’idea era di utilizzare pannelli molto piccoli e installarli come tessere sovrapposte le une alle altre. Gli architetti suggerivano inoltre una sofisticata e complessa alternanza di finiture e livelli di lucentezza. Essendo relativamente nuovo in azienda, può essere che mi sia sentito meno vincolato. In ogni caso sono stato tra i primi a sposare il concetto di Broekbakema. Alla fine, molti altri miei colleghi hanno finito per condividere il mio punto di vista: le facciate, una volta completate, sono bellissime e adesso tutti ne sono entusiasti”.
Erik van Eck sottolinea: "Non avevo mai utilizzato i prodotti Trespa® prima d’ora, ma sono stato convinto fin dall’inizio che avremmo dovuto proporre qualcosa di speciale, un’idea spettacolare che rivelasse le potenzialità estetiche inespresse dei pannelli per facciate Trespa® Meteon®". Prosegue: “Siamo uno studio di architettura con tradizioni ben consolidate. Siamo in attività da 100 anni e la nostra sede si trova all’interno della Van Nelle Fabriek, che è il primo vero progetto realizzato dallo studio negli anni '20, e patrimonio mondiale dell’Unesco. Il nostro motto è "Dalla natura l’energia che dà carica alle persone", e di sicuro ben si applica anche a Nemho”.
“Andiamo sempre alla ricerca di concetti che siano di ispirazione per le persone e che le rendano felici di vivere e lavorare negli edifici che progettiamo. Per noi è quindi importate interagire con i nostri clienti. Cerchiamo di stabilire una forte collaborazione che renda tutti partecipi del processo di progettazione. Allo stesso tempo, il nostro approccio “naturale" ci ha permesso di incorporare elementi decisamente insoliti: un motivo che richiama la pelle di serpente e un soggetto ispirato all’immagine di una foresta. Si fa deliberatamente riferimento all’origine del materiale impiegato, dato che i pannelli Trespa® contengono il 70% di fibre naturali”.
Erik van Eck entra nei dettagli: “Molti nei Paesi Bassi considerano i pannelli Trespa un'opzione piuttosto convenzionale. Di conseguenza la mia sfida era quella di creare un effetto di totale sorpresa. Per di più l’adozione di un’idea innovativa e progressista sarebbe stata in perfetta sintonia con la destinazione dell'edificio, riservato alle attività di ricerca e sviluppo. Questo è il motivo per cui, di conseguenza, abbiamo fatto ricorso ai pannelli Trespa® Meteon® utilizzati in modo da richiamare le squame della pelle di un rettile…”.
Motivi “macro, meso e micro”: un approccio esclusivo al design delle facciate
L’idea era incentrata sull’utilizzo di pannelli insolitamente piccoli e sovrapposti per creare un motivo a scandole, come a squame. L’aspetto della facciata varia sorprendentemente a seconda della distanza che intercorre tra l’osservatore e l’edificio: liscio se guardato da lontano, rivela la sua struttura sfalsata a distanza ravvicinata. Poi, per sicurezza, gli architetti hanno sovrapposto due livelli visivi aggiuntivi: hanno abbinato diverse varianti di finitura e hanno ideato un design che tratta ciascuna "scaglia" Meteon® quasi come se fosse un pixel sullo schermo di un computer.
Erik van Eck osserva: “Siamo partiti dall’immagine di una foresta finlandese e poi abbiamo ingrandito il soggetto creando un primo piano, fino a visualizzare la sua struttura molecolare. Ciò ha creato diversi livelli di leggibilità: il design interagisce con l’osservatore a livello macro, meso e micro. Allo stesso tempo, abbiamo giocato con il nero. I pannelli Trespa® Meteon® Lumen sono disponibili in una varietà piuttosto insolita di tonalità e finiture, lucide, satinate, effetto matt. Questo ci ha permesso, attraverso la combinazione di tre finiture - Diffuse, Specular e Oblique - di creare un design che prende letteralmente vita con l’esposizione alla luce solare, quando ogni finitura riflette diversamente la luce, in modo più o meno attenuato, ma sempre nuovo”.
Un tour de force tecnico
Ovviamente il concetto più ambizioso ha valore solo se la sua esecuzione è perfetta, cosa di cui Trespa ed Erik van Eck erano perfettamente consapevoli. “Dato che Nemho era destinato a dare prova dell’esperienza di Trespa e delle possibilità estetiche della gamma Meteon®, dovevamo essere certi al 150% che il risultato finale fosse all’altezza delle aspettative”, sottolinea Erik van Eck. “Ed è per questo che è entrato in scena Sven Drooghmans, un installatore belga. “Ritengo che si possa fare”, è stata la prima cosa che ha detto. Eppure, nonostante la sua sicurezza, la sua esperienza e l’ottima reputazione, Trespa continuava a essere titubante. Drooghmans ha suggerito allora di realizzare un modello 1:1 per dimostrare la fattibilità del progetto: l’idea si è rivelata molto convincente”.
Sven Drooghmans si presenta: “La nostra azienda è sul mercato da 50 anni. Shttps://www.limeparts-drooghmans.be/en/ono entrato a farne parte 21 anni fa e da quando sono subentrato a mio padre nel 2006, ho continuato ad ampliare le nostre competenze e a integrare i nostri servizi. Siamo specializzati in facciate ventilate e collaboriamo con Trespa da tre decenni. In effetti la nostra è stata una delle prime aziende belghe a utilizzare la gamma di prodotti per facciate Trespa®. In tempi più recenti, abbiamo voluto trasformarci in “one-stop-shop” e diversificare la nostra attività nel segmento complementare dei rivestimenti a cassette di metallo. Ciò ha portato all'acquisizione di un fornitore di sottostrutture e alla fusione con Limeparts, un produttore di sistemi a cassetta. Oggi diamo lavoro a 115 persone e il nostro raggio d'azione si espande a tutto il Benelux e, in misura minore, a parti della Germania occidentale e della Francia settentrionale”.
Aggiunge sorridendo: “La facciata Nemho è stata una grande sfida, ma ho l’abitudine di pensare che tutto sia possibile e che alla fine sarà comunque più economico che volare sulla luna. Come ha osservato Erik van Eck, il nostro modello è stato un elemento decisivo. Da quel momento in poi, le cose hanno incominciato a evolvere rapidamente. Non c’è giorno in cui non sia occupato con un progetto Trespa, quindi era solo questione di fare funzionare anche questo”.
Limeparts-Drooghmans ha sviluppato una soluzione su misura per fissare alle facciate dell’edificio i piccoli pannelli Trespa® Meteon® che sono stati numerati uno ad uno per riprodurre fedelmente ogni “pixel” del disegno di Broekbakema. Sven Drooghmans continua: “Il componente fondamentale è una sottostruttura realizzata ad hoc. Si basa su dei profili orizzontali in alluminio con ganci speciali e viti regolabili. Abbiamo dovuto prevedere dei giunti di dilatazione perforati e assicurarci che il sistema di fissaggio dei pannelli risultasse invisibile, come richiesto da Erik. Sebbene nulla di simile fosse mai stato realizzato prima, il risultato è stato eccellente. Devo citare il fatto di avere tratto ispirazione tecnica da casa mia. Il mio architetto, che è appassionato di soluzioni non convenzionali, ha sviluppato un progetto che integra tetto e facciata attraverso un rivestimento continuo. Si è trattato, in un certo senso, di una specie di allenamento, poiché alcune delle risposte tecniche che avevo studiato all’epoca, si sono dimostrate applicabili anche al progetto per Nemho”.
Un cantiere (quasi) come qualsiasi altro
Gerard Karelse di Heinen + Partners con sede a Barendrecht, un sobborgo di Rotterdam, è stato il responsabile della sicurezza e del cantiere per il progetto Nemho; allo stesso tempo era responsabile del controllo di qualità. Spiega: “In quanto responsabile della sicurezza e del cantiere, le mie responsabilità non dipendono dal prodotto o dal concetto. A questo riguardo, nonostante il concetto progettuale e le facciate fossero tutt’altro che convenzionali, quello per Nemhocostituiva un incarico standard. Ho dovuto supervisionare i processi, assicurarmi, al livello minimo, che tutti indossassero l’attrezzatura di sicurezza richiesta e che rispettassero le regole di sicurezza (quello che chiamo il mio “lavoro da poliziotto”), e fare in modo che le diverse squadre lavorassero insieme senza problemi”.
Continua: “Per quanto riguarda il controllo della qualità, d’altra parte, le cose sono state un po’ diverse. Nemho si basa sull’idea progettuale di un architetto e agli architetti creativi piace ragionare fuori dagli schemi. Di conseguenza, il concetto sviluppato dall’architetto era per tutti assolutamente nuovo. In casi simili, devo entrare nei minimi dettagli dei disegni tecnici e coordinare le persone a tutti i livelli, dai carpentieri ai manager”.
Un grande impegno, lautamente ricompensato
Gerard Karelse aggiunge: “In fin dei conti ne è valsa la pena: la facciata finita è straordinariamente bella. Ho trovato entusiasmante partecipare a un progetto così ambizioso e così riuscito”. Sven Drooghmans sottolinea: “La gamma dei prodotti Trespa® si è evoluta rapidamente negli ultimi dieci anni. Ho seguito questa evoluzione passo dopo passo, visto che, negli anni, abbiamo installato qualcosa come 80.000 m² di pannelli e doghe Trespa®. Per quanto riguarda la qualità, Trespa è sempre stata un “fornitore di categoria A”. Questo è importante, perché stiamo realizzando principalmente progetti di fascia alta per clienti esigenti e detesto di dovermi guardare alle spalle. Di recente Trespa ha inoltre puntato sull’innovazione e il nuovo approccio sta dando i suoi frutti: i decorativi sono gradevoli, i colori sono vibranti e sono disponibili molte raffinate opzioni di finitura”.
Conclude: “Nei Paesi Bassi, Trespa era molto popolare già vent’anni fa. Tuttavia, dato che molti progetti rispondevano a scopi essenzialmente funzionali, non tutti gli edifici rivestiti con pannelli Trespa® avevano rilevanza architettonica. In quel periodo, i prodotti Trespa® rappresentavano più di tutto una scelta razionale. Niente di più lontano dal progetto realizzato per Nemho”.
“Il rivestimento è diverso da qualsiasi altra soluzione vista fino ad oggi. Le facciate risultano a dir poco sorprendenti e, allo stesso tempo, gli effetti creati sono estremamente raffinati. A seconda dell’ora della giornata e se il cielo è sereno o nuvoloso, le diverse sfumature di nero dei pannelli Meteon® generano una dozzina di diverse tonalità e livelli di brillantezza. È stato uno dei nostri più importanti progetti in tempi recenti, decisamente il più impegnativo. Ma è sicuramente destinato a diventare una pietra miliare per tutti coloro che vi hanno partecipato”.